Distanze di mantenimento
Onde evitare qualunque fraintendimento e successiva spiacevole discussione
fra i due, questo post è stato strettamente concordato fra Zia G. e Luigi
Marinelli.
La Redazione di “Salva con nome”, lieta di questo rinnovato affiatamento
intellettuale fra un Autore e un Autrice di grande spicco del Blog, accoglie eccezionalmente
questa anomalia e, non potendosi attribuire lo scritto né all’uno né all’altra
dei gentili Estensori, ma ad entrambi, ne ribadisce la responsabilità per
ciascuno di essi al 50%.
N.B. Solo ai fini concorsuali, tuttavia, e relativamente ai parametri bibliometrici dettati da ANVUR e da altre agenzie internazionali di valutazione della ricerca, le frasi di questa monografia vanno considerate in ordine alternato: la prima di Zia G., la seconda di L.M. e così via.
N.B. Solo ai fini concorsuali, tuttavia, e relativamente ai parametri bibliometrici dettati da ANVUR e da altre agenzie internazionali di valutazione della ricerca, le frasi di questa monografia vanno considerate in ordine alternato: la prima di Zia G., la seconda di L.M. e così via.
Distanze di mantenimento
Al supermercato: «Signori, non dimentichiamo le distanze
di mantenimento, grazie!».
Ma mantenimento di che?
Ho sempre cercato di mantenere distanza, quando ho potuto:
dal cinismo e dai personalismi della politica (intravisti da giovane
nell’impegno dilettevole o nel diletto impegnato del Movimento Studentesco di
allora);
dalle ambiguità e falsità non della Chiesa (concetto astrattissimo e
per ciò stesso, poverina, innocente!), ma dei preti (intravisti grassi, pasciuti
e soprattutto senza alcun Dio, non solo in certe campagne polacche);
dall’arroganza di certi professori, che a volte, anzi sempre, più sono ignoranti e più sono
protervi, soprattutto coi più deboli, cioè coi loro studenti;
dalla vita sociale
d’intrattenimento e quindi anche dai social, nella convinzione – inculcatami ossessivamente
fin dall’infanzia – che quello che vale davvero nella vita è il “sacrificio”;
dai falsi amici, quelli che in una lingua ti significano una cosa e in un’altra
tutt’altra cosa;
dalla stupidità e dall’ignoranza,
ritenendo che intelligenza e istruzione siano le doti più fantastiche lasciate
in pasto agli esseri umani da tutti quelli che li hanno preceduti nell’evoluzione
delle specie animali, vegetali e minerali.
Forse.
Forse.
Sono o non sono queste le distanze di mantenimento giuste? Manterrò
fede a certe distanze di mantenimento? Faccio bene o faccio male? E se il
prossimo DPCM annunciasse davvero i nuovi cieli e la nuova terra?
Devo
ricredermi?
Risposte:
RispondiElimina1. Può darsi
2. Chissà
3. Boh
4. Magari
5. No
A me pare che questi due ci vogliano prendere un po' troppo per i fondelli. Prima enunciano princìpi magniloquenti e altisonanti, e poi svicolano con due o tre domandine del cavolo. Ma insomma!!! E che cavolo!!!
RispondiEliminaMe sa...
EliminaE se pensassimo che mantenere la distanza sia un segreto per accendere la vita?
RispondiEliminaMantenimento della distanza minima affinché il senso circoli e si apra senza disperdersi o ripiegarsi su se stesso?
Distanza (necessaria) per il mantenimento della relazione? Come tra specie - animali (umani compresi), vegetali, minerali, siamo distanti e insieme comunicanti in modo metamorfico. Come nelle relazioni tra lingue? e tra energie della natura? La metamorfosi chiede distanza perché qualcosa di diverso (ac)cada nel mondo.